Marco Spanghero e BJ Elder sono stati nella mattina di martedì 1 aprile a fare visita al reparto di pediatria e al reparto Day Hospital pediatrico dell’ospedale Santa Chiara su invito di AIL Trentino, l’Associazione contro le Leucemie Linfomi e Mieloma, associazione di cui Aquila Basket è testimonial ufficiale e che fa parte delle associazioni del progetto Aquila Basket For No Profit. I due giocatori bianconeri, accompagnati dal team manager Michael Robinson, hanno consegnato a nome di AIL Trentino i giochi per il reparto di pediatria e poi sono passati a salutare tutti i bambini nelle rispettive stanze. BJ e Marco, insieme a Franco e Adriana Larentis di AIL e alla dott.ssa Annunziata Di Palma, primario del reparto, sono passati nelle varie stanze dialogando con i bambini. Lo stesso BJ Elder, nonostante i limiti della lingua, ha parlato con i bambini facendosi aiutare da Marco Spanghero. Ad un bambino che gli diceva che riguardo alla pallacanestro conosce solo Michael Jordan, BJ ha risposto simpaticamente: “Sai già tutto quello che c’è da conoscere.” I due giocatori si sono fermati all’ospedale per un’oretta prima di raggiungere i compagni per l’allenamento. “Desidero ringraziare Aquila Basket e i due giocatori – commenta Adriana Larentis di AIl Trentino - per la grande disponibilità: con la società bianconera va avanti da anni una splendida collaborazione che ci riempie di gioia. Non è da tutti dedicare il proprio tempo per queste iniziative, tra i tanti impegni sportivi che hanno durante la stagione. Ai bambini ha fatto molto piacere vedere i due giocatori qui in reparto e ha dato loro un po’ di sorriso.” Da parte loro i giocatori hanno vissuto questo momento con grande sensibilità e attenzione verso i piccoli. “Per me si è trattato di un’esperienza nuova – commenta Marco Spanghero - : è stato un momento molto toccante e devo dire che mi ha fatto piacere portare un po’ di sorriso ai bambini del reparto. Io ho un fratellino molto più piccolo di me, ma oggi è stato molto diverso: lo ripeto, condividere un momento con dei bambini malati è stato davvero un’esperienza toccante.”