La settimana scorsa si è chiusa l’edizione 2022-23 del progetto One Team della Dolomiti Energia Trentino: come nel 2019-20, anche quest’anno l’attività del club bianconero si è sviluppata presso la Casa Circondariale di Spini di Gardolo a Trento. Il One Team è il progetto di responsabilità sociale di Eurolega, che vuole usare la pallacanestro per raggiungere un vero impatto nelle nostre comunità. Il gioco della pallacanestro, infatti, è uno sport che può trasmettere valori importanti per la vita delle persone, anche per chi nel proprio percorso può aver commesso qualche errore. E così è stato anche in questa edizione, che ha coinvolto dodici detenuti, che da novembre a febbraio, in dodici appuntamenti, si sono allenati sotto la guida del One Team Coach Marco Crespi. Fare sport in carcere ha senso non solo per contribuire al mantenimento di uno stato soddisfacente della salute psico-fisica, ma anche per migliorare la convivenza all’interno dell’Istituto, contribuendo ad abbassare il livello di tensioni e di conflitti.
E così è stato anche quest’anno come spiega il One Team Manager nonché Direttore dei progetti AquiLab Massimo Komatz ”Siamo tornati molto volentieri in carcere dopo l’esperienza del 2020: abbiamo riposto positivamente all’invito della direttrice del carcere di Spini Nuzzaci, perché siamo davvero convinti che lo sport sia un linguaggio condiviso che permette di fare squadra e creare comunità. Lavorare insieme per migliorare singolarmente e come gruppo, rispettando le regole del gioco: questo è uno degli aspetti più significativi di fare sport”
In due allenamenti è stato presente anche il One Team Ambassador Mattia Udom, che alla sua prima stagione in Eurocup, ha saputo ricoprire un ruolo importante per stimolare il One Team nel proprio percorso di crescita. “Quella di Mattia è stata una presenza significativa e sempre molto attesa da parte dei partecipanti. Mattia si è dimostrato un ragazzo sensibile e disponibile, trovando sempre il modo giusto per vivere questo tipo di esperienza in un contesto non banale” Nella sua fase progettuale il One Team Manager Massimo Komatz ha dialogato con l’area educativa della Casa Circondariale e con APAS (Associazione Provinciale di Aiuto Sociale per i detenuti, gli ex detenuti e le loro famiglie) e poi insieme a Marco Crespi ha costruito un percorso che è piaciuto molto ai ragazzi della squadra: “Negli ultimi allenamenti i ragazzi ci hanno sottolineato che hanno apprezzato molto il percorso: coach Crespi è stato molto bravo nel coinvolgere i detenuti in allenamenti seri, che avevano obiettivi specifici e che hanno saputo coinvolgere un gruppo di ragazzi che avevano anche buone qualità cestistiche. Marco è stato per tutti i ragazzi un punto di riferimento che ha permesso ai ragazzi di diventare squadra”