La Dolomiti Energia Trentino esordirà davanti al proprio pubblico domenica alle 18.15 contro la Vanoli Cremona: la prima partita di campionato sarà l’occasione anche per presentare al pubblico bianconero la prima delle 15 associazioni del progetto no profit bianconero, giunto alla sua quinta stagione di vita. Ad essere presente presso il punto no profit del PalaTrento sarà il Centro Trentino di Solidarietà, nato nel 1984 e storicamente impegnato nel problema della tossicodipendenza da eroina e delle dipendenze in generale. Da quattro anni Casa di Giano, una delle strutture residenziale del CTS, che si trova vicino a Santa Massenza, è luogo di incontro tra gli ospiti della casa e i giocatori della Dolomiti Energia Trentino: prima Lechthaler, poi Sanders, prima da solo e poi in compagnia di Poeta, e da ultimo, pochi giorni fa, il capitano Toto Forray. Toto è stato ospite a cena e ha potuto apprezzare la bontà dei cibi condivisi insieme agli ospiti: tutti i piatti sono stati preparati dai ragazzi della comunità con materie prime che essi stessi coltivano nei campi attigui alla casa e questo ha dato ulteriore valore alla cena. Alla fine del pasto Toto ha raccontato la propria storia alle oltre trenta persone presenti, che da domenica saranno sugli spalti del PalaTrento non solo per tifare per la Dolomiti Energia Trentino, ma anche per dare una mano allo staff bianconero nell’allestire il campo prima dell’arrivo dei tifosi. Si tratta di un aiuto prezioso, fondamentale per preparare l’evento partita nel modo migliore. Il capitano bianconero ha ripercorso la propria storia, dal primo viaggio da Buenos Aires con destinazione Messina in serie A, alle stagioni nelle minors venete fino ai successi con Jesolo, Forlì e poi Aquila Basket: la storia di Toto è fatta di tanti momenti felici, ma anche di poche ma grandi delusioni, in cui ha saputo trovare la forza per ripartire e raggiungere con impegno e sacrificio gli obiettivi che si era prefissato.
Le parole di Toto sono state ascoltate con attenzione da tutti i ragazzi/e del CTS e alla fine l’applauso è stato spontaneo. “Si è trattato di una cena unica e atipica, in compagnia di un ospite davvero d’eccezione” ha commentato il direttore del CTS Antonio Simula “E’ stata una semplice testimonianza di vita, che ha fatto riflettere tutti gli ospiti della comunità: raccontando la sua storia ha dimostrato come per arrivare in alto sia necessario impegno e duro lavoro e rialzarsi più forte di prima ogni volta che si cade. Ma soprattutto ha dato un messaggio importante a tutti noi, ossia non smettere di crederci mai, perché ‘se non ci credi tu, nessuno ci crederà per te’”