Possibile che Luca Lechthaler, appassionato di montagna, non possa avere una scarpa per andare in montagna? In effetti per molto tempo è stato proprio così, tanto che il lungo campione d’Italia è andato sempre in montagna, anche oltre i 3000, con le uniche scarpe a disposizione, ossia quelle da basket: “è stato”, perché finalmente Luca ha trovato la soluzione per il suo piede numero 52 che ovviamente non trovava una calzatura da montagna adatta al suo “piedone”. E la soluzione arriva niente di meno che dall’azienda trentina leader nel mondo nell’attrezzatura di montagna: La Sportiva di Ziano di Fiemme, che ha raccolto l’SOS del campione trentino e ha deciso si fargli una scarpa da montagna su misura. “Sono molto contento di questo regalo da parte de La Sportiva. – spiega il colosso di Mezzocorona - Dire che li ringrazio è davvero poco! Sono molto contento ed entusiasta perché finalmente potrò provare qualcosa di più impegnativo in montagna oltre alle mie solite camminate. La montagna per me è tante cose insieme: è passione, svago, hobby, relax, allenamento estivo. Secondo me la montagna offre più cose rispetto al mare: è un luogo in cui ritrovo me stesso nei momenti di difficoltà”. Nei giorni scorsi, Luca Lechthaler, accompagnato dal Direttore Generale Salvatore Trainotti e dal Direttore Commerciale Andrea Nardelli è salito a Ziano di Fiemme presso la sede de La Sportiva dove è stato accolto dal CEO Lorenzo Delladio (vedi foto Luisella Savorelli con da sinistra verso destra Luca Mich - Comunicazione e Marketing La Sportiva -, Luca Lechthaler, Andrea Nardelli - Direttore Commerciale Aquila Basket -, Salvatore Trainotti - direttore generale Aquila Basket - e Lorenzo Delladio - CEO La Sportiva), che, una volta conosciute le difficoltà dell’atleta trentino, ha messo a disposizione la sua azienda per trovare una soluzione per Lechthaler. Per Luca è stato davvero una visita interessante attraverso cui ha potuto vedere da vicino, all’interno dell’azienda di forte tradizione artigiana che conta oltre 200 addetti, tutte le fasi di realizzazione di una scarpa. “Ho visto l’azienda e ho potuto constatare la grande professionalità, cura e precisione con cui fanno i prodotti, rispettando le esigenze di coloro che quei prodotti li usano.” Il piede di Luca ha ovviamente messo a dura prova anche La Sportiva, visto che il suo 52, lungo 38 cm, non ci stava nei misuratori taglie ultramoderni tanto che si è dovuti ricorrere ai vecchi misuratori in legno, sempre utili in queste circostanze. Durante la visita il CEO Delladio ha avuto modo di ricordare come il basket sia in un certo senso legato alla Sportiva fin dalle sue origini. “L’idea che ha portato alla nascita delle prime scarpette d’arrampicata, nacque negli anni ’70 vedendo che un arrampicatore di allora (Gino Comelli, oggi Capo del Soccorso Alpino Val d Fassa) era solito arrampicare con le scarpe da basket Superga in tessuto anziché con i ben più rigidi scarponi da montagna classici. Da lì l’intuizione di creare una calzatura più morbida, aderente e flessibile degli scarponi da montagna, che permettesse di sentire meglio la roccia e le sue conformazioni.” Realizzare la scarpa di Luca, in particolare un modello classico della casa di Ziano di Fiemme come Nepal Evo GTX, sarà un lavoro non da poco ma che appassiona ovviamente i tecnici dell’azienda: infatti per arrivare al 52 servirà tagliare manualmente i pezzi della tomaia, ordinare al fornitore la misura più grande di suola disponibile, quindi tagliarla ed aggiungerci un’estensione nel mezzo in corrispondenza dell’arco plantare per allungarla ed arrivare ai 38 cm richiesti. In più bisognerà lavorare sugli spessori dei materiali per ottenere un prodotto che abbia caratteristiche di durata e stabilità paragonabili ad un prodotto di normale produzione in linea che dovrà poi sopportare la sollecitazione dei quasi 120 kg di Luca. Insomma, un lavoro non da poco per un’Azienda che ha già avuto in passato l’onore di essere contattata da un grande giocatore NBA, ossia Karl Malone, alla ricerca di una scarpetta d’arrampicata numero 48 per arrampicarsi sulle pareti dello Utah.