Il giorno dopo la gara 5 contro Torino Aquila Basket è già in campo perché domenica alle ore 18.00 è già tempo di gara 1 contro Upea Capo d’Orlando: ma ovviamente fa piacere ricordare una gara che è stata memorabile, come conferma coach Buscaglia. «E' stata una partita super, siamo stati bravissimi, abbiamo avuto la capacità di soffrire lavorando sodo in attacco e in difesa e credendoci sempre, dal primo all'ultimo secondo. Il nostro grande merito è stato questo, riuscire a rimanere attaccati alla partita sia nel punteggio che, cosa più importante, dal punto di vista mentale: Torino ci ha messi in difficoltà, ha giocato un grande primo tempo, è riuscita a prendere un vantaggio e rispondere sempre ai nostri tentativi di rientro. Poi però noi negli ultimi 7' abbiamo messo in campo tutti noi stessi, giocando sempre la nostra pallacanestro di intensità ed energia: i minuti finali sono stati clamorosi, in crescendo, negli ultimi possessi in campo non c'erano cinque giocatori, ma 4000 persone». La grande rimonta nell'ultimo quarto dei trentini (che erano stati sotto anche di 15 punti all'inizio del periodo) è stata propiziata dalle giocate di un «Dada» Pascolo letteralmente inarrestabile, che ha saputo coinvolgere il pubblico da record del PalaTrento e i compagni all'inseguimento di un sogno chiamato «finale»: sogno che adesso si è trasformato in realtà. «Dal punto di vista tecnico, Pascolo si è preso la squadra sulle spalle, ma nessuno dei suoi compagni è rimasto fermo a guardare: abbiamo sempre attaccato in 5, poi a concretizzare ci hanno pensato «Dada» in un primo momento, e poi Baldi Rossi, Forray, Triche... Tutti hanno preso e segnato tiri importanti, non abbiamo mai perso coesione e concentrazione». Se l'attacco trentino nel finale di match è andato in totale «trance agonistica», lo stesso si può dire della difesa, risultata decisiva per contrastare i lampi di classe delle bocche da fuoco torinesi: «Abbiamo difeso con la testa e con il cuore, soprattutto penso che nei momenti caldi della partita abbia pesato la nostra voglia di vincere e l'impatto emotivo del pubblico. Abbiamo reagito da grande squadra, paradossalmente ci ha aiutato il fatto che fossimo sotto nel punteggio perché ci ha dato ulteriori motivazioni e carica. E nonostante l'adrenalina e il peso del pallone siamo rimasti lucidissimi». A questo punto all'orizzonte si prospetta una serie finale con Capo d'Orlando da far tremare i polsi: «C'è stata un'esplosione di gioia pazzesca, d'altronde è normale considerato che siamo «sopravvissuti» a una gara 4 a Torino complicatissima e che in gara 5 eravamo sotto in doppia cifra a pochi minuti dalla fine. In vista del doppio confronto in casa nelle prime due gare della serie finale dovremo essere bravi a cavalcare quest'onda di grande entusiasmo e dare continuità al nostro gioco e al nostro livello tecnico. Spero che anche in finale siano 4000 i tifosi a sostenerci a gran voce, sarà una serie tosta e complicata, Capo d'Orlando è una squadra solida, che ha mostrato grande continuità, con un roster di talento. Dobbiamo rimanere concentrati ed essere pronti a combattere».